Chi sono gli Yuppie? Oggi si può ancora parlare di yuppismo?

Nel corso degli anni’80 si affermò nella società occidentale il modello degli yuppie, giovani professionisti all’affannosa ricerca dell’affermazione economica individuale, che adottano uno stile di vita consumista, volto all’ostentazione del successo, ponendosi agli antipodi degli ideali della cultura hippy. Per Yuppie si intende in breve allo Young Urban Professional, indica il giovane professionista “rampante” della metà degli anni’80 che abbraccia l’economia capitalista e in essa trova la sua realizzazione. Il fenomeno nacque e si diffuse dapprima negli Stati Uniti. Erano i giovani uomini d’affari di età compresa tra i 25 e i 35 anni, neo-laureati delle università più facoltose del paese: Yale, Harvard e Princeton, seguivano l’ideale dell’indipendenza economica, disposti a tutto, anche di vendersi l’anima pur di diventare ricchi nel modo più veloce possibile e vivere a New York. Molti di loro frequentavano ristoranti e discoteche esclusive come lo Studio 54 di Manhattan, lavoravano nei grattacieli, partecipavano a feste esclusive; e non mancava tra di loro l’uso di cocaina, attenti alla moda vestivano Armani e Versace. Inoltre abitavano in appartamenti extra-lusso, arredati con colori cromatici, ed era di rigore il forno a microonde; iniziano a spuntare i primi cibi precotti per l’uomo che non si ferma mai, che non ha tempo e la sua unica ragione di vita è il lavoro, unico svago di una vita già così ricca di impegni, lo sfogo di un appetito sessuale.

Lo yuppie italiano

Lo yuppie italiano è l’emulazione di quella statunitense. Era il periodo della cosiddetta “Milano da bere”, della moda elegante, delle vacanze nei posti esclusivi, dei ristoranti ricercati anche di carattere internazionale con una predilezione per la cucina giapponese. Lo yuppismo ha influenza anche sui più giovani, infatti ne condiziona le scelte di vita, dal miglior concorso ai percorsi alternativi della vita militare, che garantiscono un maggior prestigio sociale e una retribuzione più alta, rispetto a quella dei soldati di leva. È l’epoca dell’informazione di massa e di quello che sarebbe stato il futuro tecnologico. Il fenomeno dello yuppismo terminò con lo scoppio di Tangentopoli, tuttavia lo stereotipo in Italia sembra persistere ancora oggi, in una formula più ridotta, causa la crisi economica, della precarietà e del difficile guadagno.

Nonostante il movimento si sia ridimensionato, causa la recessione economica, e dal lavoro precario, l’ostentazione della ricchezza è accessibile solo a pochi. La figura dello yuppie nel nostro presente appartiene, così come negli Stati Uniti, solo a pochi professionisti che ricoprono cariche di prestigio (imprenditori, manager, impiegati in aziende  importanti e con ruoli altrettanto importanti), vivono nella metropoli milanese, possono permettersi un loft al centro, auto e accessori di lusso. Oggi oltre allo standard yuppie si assiste alla nascita di una nuova generazione chiamata Yuccie,Young Urban Creative, anch’esso fenomeno generazionale che trova i natali dalla cultura statunitense e approdato in un secondo momento in Europa, riguarda i Millenials, ossia tutti colori nati tra la fine e l’inizio del nuovo Millennio, che in Italia, si sta diffondendo principalmente a Milano. Sono i giovani con l’ambizione di mettersi in proprio dando spazio alla propria creatività (oggi conosciuti come startupper), disposti a rinunciare alla sostenibilità tipica dei lavori meno creativi, con la voglia di fare impresa. Vogliono essere pagati per le loro idee, non per quelle di qualcun altro. Sono giovani interessati non solo a portare profitto alle loro aziende ma anche cercano di capire come possono essere utili dal punto di visto sociale e ambientale.

 

 

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