Come cambia il concetto del consumismo nel corso del tempo nel settore della moda?
Dal Rinascimento in avanti la moda è stata uno dei fenomeni di maggior influenza nel mondo occidentale, trasformandosi quasi in una <<seconda pelle>>. Al giorno d’oggi nel mondo occidentale nessuno può sottrarsi ad essa. Le edicole straripano di riviste patinate e articoli sulla moda. Alle grandi sfilate di Parigi, Londra, Milano e New York, vengono dedicati interi servizi nei telegiornali, oltre alla realizzazione di programmi televisivi dedicati allo stile e alle nuove tendenze. La moda è ritenuta tanto importante da suscitare interesse e attenzione nei suoi confronti. Essa si rivolge ad entrambi i sessi, sia uomini che donne, indistintamente se ne interessano con la stessa intensità. Ma se guardiamo oltre notiamo che il mondo della moda coinvolge anche altri settori di consumo quali: arte, scienza e politica.Con questi presupposti, sembra evidente che ci troviamo di fronte ad uno dei fenomeni fondamentali del mondo moderno. Adam Smith, uno dei primi filosofi a dare importanza alla moda sostiene che il suo valore è determinato da quegli ambienti dove il gusto è fondamentale, ovvero: mobili, musica, poesia e architettura. La moda è prima di tutto un meccanismo sociale caratterizzato da una durata ben definita e da cambiamenti più o meno bizzarri che la rendono possibile esercitare la propria influenza sulla vita della collettività. In buona sostanza la moda è cambiamento, e non si può di certo evitare che esiste un collegamento tra moda e identità. Negli ultimi anni, però si assiste ad una velocizzazione della moda stessa, gli stili, i colori e gli abbinamenti cambiano ripetutamente, spesso si stravolgono da una stagione all’altra. D’altro canto, è lecito domandarsi fino a che punto, oggi si possa parlare della ricerca del <<nuovo>>, vista l’estrema rapidità del cambiamento. Con varie sfilate all’anno (nella settimana della moda che vede protagoniste le capitali della moda) è ovvio che rimane poco tempo per sviluppare nuove idee. È allora è più facile produrre variazioni su mode precedenti. La moda da sempre è caratterizzata da due aspetti, quasi come se fosse un gioco tra ricordi del passato e abbandono di ciò che fu: tiene sempre presente il suo passato per riciclarlo, dimenticando che il passato è passato, dal momento che la moda, deve essere sempre attuale.
Lo stilista che contribuì a velocizzare i ritmi della moda fu Dior, presentando ad ogni stagione collezioni sempre nuove e inattese. Fu con gli anni Novanta che si attivò il processo del riciclaggio, velocizzando talmente tanto da impedire ad ogni capo di essere considerato fuori moda prima di ritornare ad esserlo. La moda si caratterizza per la contemporaneità di tutti gli stili. Nonostante tutto la moda possiede un forte potere d’attrazione, attirando nel suo ampio (per non dire sterminato) raggio d’azione, molte persone. Oggi possiamo distinguere tre categorie di moda: la moda di lusso, la moda industriale e quella di strada. La prima è certamente nel settore più alto, dove spesso gli abiti vengono confezionati su misura e i costi solo molto elevati – è il settore dell’haute couture; l’abbigliamento industriale è una produzione di massa, che ha un raggio d’azione più ampio, dai capi firmati e costosi ai vestiti delle catene più economiche; mentre la moda di strada si crea in differenti sottoculture. Tutte e tre le categorie non sono distinte l’una dall’altra, spesso capita che alcune idee provenienti dalle sottoculture, possa diffondersi nella moda industriale o anche in quella di lusso e viceversa, questo perché la moda è creazione e studio degli stili nelle sue varie forme e sfaccettature. La diffusione della moda non obbedisce ad un principio chiaro e definito e gli stili si espandono su diversi settori. L’uomo del nostro presente si trova in un mondo in cui l’aspetto rappresenta un elemento fondamentale per definire il suo status. Negli anni Novanta andavano di moda i piercing e i tatuaggi, una volta aver raggiunto l’apice di maggior diffusione divennero immediatamente di controtendenza. L’ideale di bellezza è sempre sottoposto a continui cambiamenti dettati dalla moda. Negli anni Cinquanta non era raro adoperare bustini o ricorrere alla chirurgia per ottenere la vita stretta come dettavano i canoni di bellezza di un tempo. All’inizio del Novecento i canoni di bellezza femminile erano caratterizzati da spalle e braccia robuste e vita sottile, con il petto in avanti e il sedere in fuori. Le donne degli anni Venti sono caratterizzate da una figura più magra, mentre dopo la Seconda Guerra Mondiale, i seni e i fianchi si riempiono di nuovo, gli anni Sessanta impongono una figura androgina e spigolosa. La bellezza nelle diverse epoche ha avuto diversi canoni da seguire, oggi c’è come la sensazione un lieve libertà, c’è chi ricorre alla chirurgia plastica, sulle passerelle sfilano anche le modelle curvy oltre a quelle filiformi, ma nonostante ci sia una libertà del voler perseguire una strada, siamo sempre alla perenne ricerca della perfezione. La nostra vita quotidiana si basa sul consumo e sul commercio, c’è una quantità di merce tale in circolazione e noi cerchiamo sempre di soddisfare i nostri bisogni e desideri attraverso il consumo di prodotti e servizi. La cultura del consumo non è un fenomeno unitario. Esistono numerosi tipi di consumatori, in ogni popolazione ci sono differenti modelli di consumo, e ciò dipende, tra l’altro, da l’ubicazione geografica, l’età e lo status economico. Non consumiamo per conformarci, bensì per raccontare la nostra personalità. Noi cerchiamo un’identità e compriamo valori simbolici, ben sapendo che non possono durare. L’essenza della moda è quella di produrre segni efficaci che nel giro di poco tempo diventeranno inefficaci. Il principio della moda è provocare un’accelerazione continua, rendere superfluo un oggetto il più velocemente possibile per poterne immettere sul mercato un altro. A tal proposito, la nostra vita quotidiana è andata sempre più commercializzandosi. Oggi abbiamo una quantità sempre maggiore di merci in circolazione e cerchiamo costantemente di soddisfare i nostri sogni e desideri con l’acquisto di prodotti e servizi. L’identità è uno dei concetti chiave nel settore della moda.
L’uomo moderno ha come obiettivo di realizzare se stesso attraverso la creazione della moda. Nella società moderna lo status economico termina in misura minore l’identità della persona rispetto al passato, possiamo sicuramente asserire che lo status economico è un fattore tra tanti altri. Occorre precisare che chi è sempre alla moda in realtà non la segue sempre. La moda è da intendere in una zona compresa tra individualismo e conformismo. La moda vive sempre in bilico tra questi due elementi.