Che cos’è la bellezza?

Argomento controverso quello della bellezza, ci hanno provato i filosofi per primi a definirla, poi gli psicologi e gli esperti d’arte, si parla di gusto oggettivo e soggettivo, ma anche qui è necessario approfondire l’argomento. Quello che si sa per certo e che il tema della bellezza, è studiato nel campo delle neuroscienze e solo attraverso lo studio del cervello che si può capire cos’è la bellezza, e dove risiede o quanto meno capire quali parti del cervello coinvolge. Parliamo della neuroestetica ad opera del professore di neurobiologia Seminar Zeki. Studiare il cervello, da sempre è stato un polo d’attrazione per gli addetti ai lavori e non, capire la sua struttura e le sue funzione, ci permette di conoscerci meglio. La bellezza e gli studi ad essa correlati ne sono una prova, basti pensare che solo per la cosmetica del viso spendiamo globalmente circa 504 miliardi di dollari. Inseguiamo la bellezza già dalla culla è un qualcosa che fa parte di noi, di cui percezione della stessa cambia in base a fattori culturali. Eppure se ci pensi utilizziamo la parola bellezza per riferirci a molte cose: il viso e corpo di una persona, una brano musicale, un dipinto, una foto, un paesaggio ecc.., ma la percezione di ognuno cambia. Qui entra in gioco (seppur in parte) il concetto di gusto soggettivo e oggettivo. Una persona con un bel viso, armonioso proporzionato è bello oggettivamente per tutti, indipendentemente da quale parte del globo ci troviamo, ma un brano musicale, un quadro ecc.., riguarda il gusto soggettivo, influenzato anche dalla cultura di provenienza.

Quando si parla di bellezza della persona è bene fare una precisazione, il concetto di bellezza e la sua percezione (qui mi riferisco al corpo) nel corso dei secoli e ancor più nei vari decenni del secolo scorso, è cambiato in base al cambiamento della società, se negli anni Ruggenti (anni’20) si preferiva una bellezza femminile più longilinea negli anni’50 con le Pin up, si vira verso una donna più morbida e generosa. Discorso diverso se parliamo di viso, si perché ci sono dei canoni universali e innati che determinano l’oggettività. Vari studi hanno dimostrato come già i bambini di sei mesi, riescono a discriminare un viso bello da uno brutto, in base alla linearità, proporzioni e armonia. L’universalità dell’esperienza della bellezza è determinata nel nostro cervello, indipendentemente dal sesso, etnia, età, orientamento sessuale, dalla corteccia frontale orbitomediale, che fa anche parte dei centri del piacere e della ricompensa. Per istinto siamo portati a cercare la bellezza e a farne esperienza. Questo campo di studi è molto ampio, ci sono alcuni ricerche che si orientano nel capire che correlazione c’è tra bellezza, amore e desiderio (in questo caso non ci si riferisce solo alle persone). Nello specifico quando guardiamo un volto bello o brutto, nel nostro cervello si attiva delle aree specializzare per la percezione delle facce che riguarda la corteccia fusiforme, ma quanto siamo attirati da un viso bello oltre alla corteccia fusiforme si attiva la corteccia orbitofrontale mediale citata in precedenza. Quello che è stato osservato è che c’è uno specifico schema di attivazione relativo ai visi giudicati belli, e solo quando si presenta questo specifico schema, si attiva anche la corteccia orbitofrontale. Questo schema è la registrazione cerebrale della qualità incomparabile e indescrivibile della bellezza.

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