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Quali furono gli elementi che caratterizzarono questo decennio rispetto ad altri?

Gli anni ’60, furono caratterizzati da profondi cambiamenti nella società occidentale, fu l’epoca della contestazione giovanile, della rivoluzione sessuale, della guerra in Vietnam. Furono gli anni che videro il trionfo della minigonna e della moda a trapezio dai colori sgargianti. Ma il decennio fu anche fortemente caratterizzato dalla musica e dall’arte, senza dimenticare il cinema e la scienza. Fu il decennio del cambiamento, un passaggio rivoluzionario dal passato al futuro che ha fortemente contribuito alla nascita del progresso tecnologico del nostro presente.

Ma andiamo con ordine

La moda degli anni’60, esprimeva con forza i mutamenti sociali del periodo. Dalla linea costrittiva del passato, si passò alla linea a trapezio, più morbida che permise più libertà e agilità nei movimenti. Questa tipologia di abiti, accorciò l’orlo della gonna fino ad arrivare a pochi centimetri sopra al ginocchio. Spesso senza maniche e realizzate con stampe optical, geometriche o in tinta unica dai colori vivaci, da abbinare a tacchi bassi e squadrati oppure alle scarpe più popolari del periodo gli immancabili stivali, in tutte le sue varianti, da quelli alti al ginocchio a quelli bassi; ma gli stivali di maggior tendenza in quel periodo sono i gogo boots, disponibili in diversi colori, anche multi-color, furono un vero e proprio must apprezzati in tutto il mondo. L’ideatore e promotore della linea a trapezio fu Yves Saint Laurent. Dal romanticismo del Haute Couture all’espandersi della moda Prêt-à-porter, veloce da indossare, sinonimo che qualcosa stava cambiando. Il concetto di velocità e di cambiamento rappresenta non solo la moda, ma anche l’arte e la musica. L’arte in senso stretto e moda, hanno sempre viaggiato su binari vicini e di tanto intanto riescono a contaminarsi l’un l’altro. Nel 1965 Yves Saint Laurent, ispirandosi all’arte di Piet Mondrian (uno dei fondatori del neoplasticismo), creò la collezione Mondrian che ebbe un immediato successo. La forma dell’abito divenne un trapezio/sacco, nel pieno rispetto dello stile di una donna moderna, comoda, indipendente e spesso lavoratrice.

Oltre allo stile a trapezio, quegli anni videro la nascita di un capo d’abbigliamento che avrebbe fatto la storia, contribuendo all’ormai già noto Manifesto Femminista. La donna diventa libera da ogni forma di ingabbiamento sociale, esprime la sua libertà anche nello stile. La stilista londinese Mary Quant, lancia la minigonna, una vera rivoluzione per la moda femminile, nacque lo “Stile Twiggy”, ispiratosi al nome della modella (Leslie Hornby detta Twiggy (grissino), nonché sua parrucchiera di 17 anni) scelta proprio dalla stilista per lanciare la minigonna, da quel momento questo capo d’abbigliamento divenne un must have anche per i decenni successivi fino ai giorni nostri. Nel make up, il rossetto rosso venne riposto nel cassetto, si punta agli occhi con colori marcati spesso eccessivi, contornati da eyeliner e mascara, tanto da creare l’effetto bambola.Tornano i capelli alla “maschietta”, il caschetto con frangia, cotonati e avvolti da una fascia colorata.

Nel campo artistico non possiamo non citare l’artista più eclettico e poliedrico Andy Warhol, infatti nella sua vita è stato un pittore, scultore, sceneggiatore, produttore, regista, direttore della fotografia, montatore e attore. Figura predominante del movimento della Pop Art ed uno dei più influenti artisti del XX secolo. La sua attività artistica conta tante opere, diventate delle icone, con l’ausilio dell’impianto serigrafico, tra le più famose ricordiamo: Marilyn Monroe, Che Guevara e tante altre. La ripetizione era il suo metodo di successo; infatti su grandi tele riproduceva moltissime volte la stessa immagine alternandone i colori. La sua arte si basava sulla provocazione non troppo velata, secondo il quale l’arte doveva essere “consumata” così come qualsiasi altro prodotto commerciale, i prodotti di massa rappresentano la democrazia sociale e come tale devono essere riconosciuti. Il luogo fondamentale per la sperimentazione di Warhol fu la Silver Factory, una open house, un luogo aperto dove tutti erano invitati a partecipare. La Factory diventa uno “spazio ideologico” dove molte nozioni sulla pop art si trasformarono in stile di vita. Il gruppo formava un nucleo con un linguaggio comune, uno stile comune fondato sull’accettazione di qualsiasi comportamento senza pretesa di giudizio. La sua arte era contraria ad un’America tradizionale fatta di una ristretta visione sociale.

In un decennio caratterizzato da cambiamenti nel settore della moda e nell’arte non potevano mancare la musica e le contestazioni giovanili.

La generazione promotrice, che divenne un’icona di stile, fu senza alcun dubbio la cultura degli Hippy. Era in origine un movimento giovanile degli Stati Uniti durante gli anni’60, e col tempo si diffuse in tutto il mondo. La parola hippy deriva da hipster e fa riferimento a coloro che hanno ereditato i valori sottoculturali della Beat Generation, creando una controcultura di comunità che: ascolta il rock psichedelico, abbraccia la rivoluzione sessuale e l’uso di stupefacenti. I figli dei fiori sono gli aderenti al movimento hippy, caratterizzati da vestiti decorati con fiori o con stoffe di colori vivaci. I loro ideali si basano sulla pace, amore e libertà, come non ricordare i loro slogan più famosi: “Mettete dei fiori nei vostri cannoni” e “Fate l’amore non la guerra”, sono slogan utilizzati soprattutto durante la guerra in Vietnam. Il movimento degli hippy e della loro ricerca della libertà assoluta, toccò l’interesse dell’opinione pubblica, ma soprattutto il cinema e la musica si interessarono a loro. Nel 1967, un raduno giovanile a San Francisco, preparò il terreno per quella che sarebbe diventata la leggendaria “Summer of love” sulla costa occidentale degli USA prima, e nel 1969 il festival di Woodstock sulla costa orientale poi. Nel corso del festival, vide sul palco di artisti come: Jimi Hendrix, Janis Joplin e gli Who entreranno negli annali della storia della musica.  La rivoluzione si espanse a macchia d’olio in tutto il globo, e in ogni parte del mondo si crearono diverse versioni del movimento, ma tutti basati su un unico denominatore “La libertà”. Sull’onda del movimento hippy nel mondo della musica vede la nascita dei Beatles e The Rolling Stone, dal 1963 al 1967 si espande il fenomeno della British invasion, in quegli anni si assiste ad una forte espansione di un  fenomeno musicale e commerciale, riguardante soprattutto il rock, il beat e il pop, di cui promotori furono artisti inglesi che divennero popolari in tutto il mondo. Ma il cinema hollywoodiano non fu da meno, inizia a prevalere in tutto l’emisfero. Il film che determinò questo successo fu “Tutti insieme appassionatamente” uscito nel 1965. Abbandonati i fasti della vecchia e gloriosa Hollywood, la Nuova Hollywood si prepara a vivere una lunga stagione di successo planetario che persiste ancora oggi. I film che hanno reso celebre, questa nuova era del cinema hollywoodiano sono: Il Laureato, Colazione da Tiffany, il futuristico 2001 Odissea nello spazio, Mary Poppins, Easy Rider, Il pianeta della scimmie e molti altri.

Gli anni’60 sono il decennio dello youthquake,autori di una rivoluzione culturale e sociale, più in linea con il loro concetto di vita, distaccandosi così dagli ideali borghesi di un tempo.

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