Qual è secondo voi, l’accessorio vintage più sfizioso e chic, capace di adattarsi a tutte le stagioni?
Senza alcun dubbio il cappello! Accessorio di stile negli armadi moderni, ma elemento indispensabile negli outfit del passato.
È senza dubbio uno dei miei accessori preferiti, che sia in estate e sia in inverno rispecchia la personalità di chi lo porta oltre a completare il look. Io in particolar modo uso i cappelli soprattutto nella stagione invernale, da freddolosa cronica più che un accessorio è una componente essenziale del mio outfit. In estate preferisco più un look in stile anni ’70, capelli al vento e fasce super colorate!
Alcuni di questi cappelli hanno segnano la storia e ogni anno, soprattutto negli ultimi tempi vengono riproposti come: il borsarino, il panama, la bombetta, il basco solo per citarne alcuni e tra questi non poteva mancare la Cloche, personalmente il mio preferito, un modello stiloso ed elegante. I primi esemplari erano di paglia e risalgono alla fine dell’Ottocento, ma il vero successo si ha negli anni ’20 del Novecento, grazie alla modista francese Caroline Reboux, che lo lanciò sul mercato. La cloche è realizzata generalmente in feltro, ha la forma simile ad una campana, coprendo totalmente il capo e la fronte, lasciando che tutta l’attenzione si focalizzi sugli occhi esaltandone lo sguardo. Lo consiglio a chi ha i capelli corti, preferibilmente a caschetto, lasciatevi ispirare dalle flappers, per la loro epoca era un must! Ci sono diverse tipologie di cloche: dalle cuffiette impreziosite da pietre, paillettes e ricami elaborati, che scoprivano leggermente la fronte, quelle che riportano diverse tipologie di fiocchi, frange e foular, e quest’ultimi due spesso cadevano delicatamente su un lato appoggiandosi su una spalla, ai cappelli super coprenti e misteriosi. E’ un cappello particolare e richiede un abbigliamento adatto, la sua forma a campana lo rende perfetto per uno stile Bon Ton. I modelli di questo tipo sono perfetti per impreziosire i look da cerimonia più eleganti, ma si possono anche indossare con jeans, scarpe alte e cappotti colorati, giocando sui contrasti cromatici.
Nel corso degli ultimi anni, alcuni stilisti portano sotto i riflettori delle passerelle le cloche, uno tra tutti Hussein Chalayan, andando di qualche anno indietro nel tempo, nel numero di settembre 2007, la rivista Elle l’ha nominato come “accessorio di alta moda del momento”.
Gli anni’30 furono caratterizzati dalla creatività, i cappelli si arricchiscono di piume, fiori, grandi fiocchi e non dimentichiamo le velette che coprivano il volto. Gli anni’40 furono caratterizzati dalla guerra e il cappello dovette assumere un aspetto più sobrio. In quegli anni nasce la famosissima Bustina, che si ispira al berretto militare. Finita la guerra, la creatività fa di nuovo capolino, sempre presente dagli anni’20 è il turbante, che in questi anni assume un ruolo di prestigio, ma lo ritroveremo ancora nel corso dei decenni. Ma è con gli anni’50 che si aprirà la strada della creatività assoluta, dando inizio al periodo più produttivo fino agli anni’80. All’epoca era di moda l’uso dei cappucci, caratterizzati non solo dalle mantelle, ma anche realizzati da ampie sciarpe sapientemente annodate. Negli anni’60 non possiamo non parlare del Pillbox Hat, il cappello a forma di scatola rotonda, il cappello che adorava indossare Jacqueline Kennedy. Il cappello che caratterizzerà gli anni’70 è il Floppy Hat, cappello a tesa larga, che rimarrà in voga fino ai primi anni’80, quando si rimpicciolirà. Oltre al Floppy Hat, anche in occasione di Woodstock, ritornano i turbanti e le fasce colorate.
Grazie alla creatività del nostro passato, oggi possiamo usufruire di una vastità di cappelli, ogni stile ha il suo, basta solo osare e giocare con la creatività; la moda infondo è questo: gioco e creatività, da queste due componenti si sono create le mode che hanno segnato le diverse epoche. Allora osate e sperimentate e, dopo tutto come diceva Alberto Casiraghy
“Ogni cappello ha le sue idee nascoste.”