Cosa succede quando si perde l’allineamento tra immagine mentale e immagine reale?
L’immagine corporea è caratterizzata dalla percezione e valutazione che l’individuo ha in merito al proprio aspetto fisico, ovvero il modo in cui esso appare ai nostri occhi. L’immagine corporea ha una componente percettiva (taglia e forma), attitudinale (pensiero cognitivo del proprio corpo), affettiva (sentimenti verso il corpo) e comportamentale (cura, alimentazione e attività fisica). Secondo una visione cognitivo-comportamentale, alla base dell’immagine corporea ci sono due aspetti chiave: body image evaluation e body image investiment. Il primo riguarda la soddisfazione o l’insoddisfazione del proprio aspetto fisico e degli ideali estetici interiorizzati; il secondo modello riguarda la misura in cui si concentra l’attenzione sull’aspetto e sui comportamenti che coinvolgono la gestione della propria immagine corporea, come l’attività fisica e la dieta. La discrepanza psicologica che una persona può avere del suo corpo reale e ideale, può portare ad un sentimento negativo verso sé stessi e a comportamenti nocivi e autodistruttivi per la propria salute. L’insoddisfazione per il proprio corpo può essere associata a comportamenti alimentari disturbati.
La relazione tra corpo e società, può essere vista da due punti di vista. L’influenza che il corpo esercita sulla società. L’influenza della società che esercita sul corpo, non solo per quanto riguarda l’aspetto culturale, ma facendolo diventare oggetto di conflitti e di pratiche di potere. Concentrando l’attenzione, in particolare al secondo punto di vista, ovvero quella che valuta il condizionamento sociale sul corpo. Ciò ha radici profonde, il mondo sociale nelle sue varie culture, ha da sempre manipolato e condizionato l’anatomia nella sua struttura (collo lungo delle “donne giraffa” dei Kayan Lahwi, la fasciatura dei piedi nell’antica Cina, i tatuaggi e i piercing, ecc..). Lo stesso Schilder nel suo lavoro “L’immagine è apparenza del corpo umano”, parla dell’immagine corporea, si può affermare che lui fu il primo nel voler tentare di congiungere l’aspetto fisiologico, neurologico e psicologico relativo allo schema mentale. Nella sua opera parla di “immagine corporea”, un qualcosa che ci appare nella nostra mente. Usa indistintamente i termini immagine corporea e schema corporeo, non vi è una definizione specifica, sono termini quasi interscambiabili anche se entrambi rimandano alla rappresentazione mentale del nostro corpo.
L’immagine corporea può cambiare se interviene un cambiamento nell’esperienza relativa al proprio corpo. In senso generale si può asserire che l’immagine corporea comprende la percezione della forma del proprio corpo e l’atteggiamento che abbiamo rispetto al nostro corpo e quello altrui, riguardante soprattutto l’aspetto. Quest’ultimo punto si può distinguere in due categorie: le emozioni del proprio aspetto fisico può generare, e l’importanza che diamo al proprio aspetto fisico nelle relazioni sociali, ma anche a tutte le strategie comportamentali e cognitive, per mantenere e/o modificare il proprio corpo. Con la componente cognitiva, ci si riferisce alle credenze che l’individuo costruisce sull’immagine corporea e che lo influenzerà il desiderio di vedersi diverso da come si è, nel quale si possono osservare percezioni distorte del proprio corpo.
Nella relazione tra corpo e immagine, si pone nella mente uno scarto che rende questa relazione instabile e insicura. Il corpo è stato spesso oggettificato, in parole povere usato come strumento di piacere. Il concetto di oggettivazione è stato preso da Kant prima e dalla psicologia poi con Fredrikson e Roberts con la “Teoria dell’oggettivazione”. Questa teoria suggerisce soprattutto alle donne e ragazze il modo in cui gli altri guardano il loro corpo o parti di esse e, soprattutto come gli uomini e i mass media tendono a focalizzare l’attenzione del corpo della donna, più degli uomini, facendolo diventare un oggetto. La teoria dell’oggettivazione porta all’auto-oggettivazione e di come le donne interiorizzano le aspettative dell’immagine corporea dettata da determinati canoni di bellezza, generando insicurezza per l’aspetto fisico. L’auto-oggettivazione, spinge le donne ma anche gli uomini a controllare il proprio aspetto, attraverso l’abbigliamento, il trucco, l’alimentazione, l’esercizio fisico, tutto all’insegna dell’immagine perfetta secondo i parametri dettati dalla società e i mass media. Ci sono soggetti più propensi di altri, tutto dipende anche dal tratto di personalità. Il concetto dell’oggettivazione, oggi molto presente ed è la prima conseguenza del tanto discusso body-shaming. L’insoddisfazione corporea è diffusa a partire dall’infanzia sino all’età senile, la continua ricerca di approvazione e trasformazione corporea, apportando le cosiddette migliorie, non sono altro che l’inseguire un fantasma che non esiste: la perfezione.
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