Cosa si cela dietro al desiderio di tatuarsi?
Da sempre, o per meglio dire dalla notte dei tempi, tutte le civiltà si sono basate sui simboli. Ma affermare che viviamo in un mondo di simboli non è del tutto corretto, è più corretto forse dire che i simboli vivono in noi. Diversi psicologi hanno studiato e studiano i simboli e sui significati, tra gli psicologi illustri che si sono occupati anche di questa tematica non posso non citare, seppur su varianti opposti Carl Gustav Jung e Sigmund Freud. In ogni civiltà, il corpo è un mezzo per la rappresentazione simbolica di ogni tipo, attraverso abbigliamento, piercing, tatuaggi, ecc..; comunichiamo in modo tacito con il mondo esterno una parte di noi. Negli Stati Uniti è nata una ricerca per capire quali sono le motivazioni che spingono le persone a fare un tatuaggio. Affiancando la ricerca a studi psicosomatici si indaga non solo sulla scelta del disegno, ma anche il simbolo corporeo ad esso legato.
Come ogni cosa anche i tatuaggi hanno la loro storia e come tutte le storie, questa parte da lontano. Il termine polinesiano deriva da “ta-tau” che tradotto significa “segno sulla pelle”, arriva nel vecchio continente nel Settecento dall’inglese esploratore James Cook, di ritorno da un viaggio nei Mari del sud. Nelle popolazioni primitive, ma ancora oggi nelle tribù, tatuarsi è un segno di integrazione sociale. Lo stesso però non si può dire nella nostra cultura, in passato attribuito a carcerati, prostitute, militari e malavitosi, di certo non un segno di cui andare fieri. Nel mondo moderno, fortunatamente la concezione del tatuaggio è cambiata, non è più mal visto (almeno non da tutti, rimane sempre quella piccola fetta di resistenza), ma esprime distinzione e personalità molto marcata, che differenzia se dagli altri. Nel campo della psicologia, il tatuaggio viene usato come manifesto di comunicazione, ma anche come affermazione di appartenenza ad un gruppo sociale, per marchiare un momento significativo della propria vita. La scelta del disegno e della zona da tatuare, rimanda inesorabilmente al modo dei simboli e dei suoi significati. Secondo la psicologia il tatuarsi una parte nascosta del corpo, denota una persona timida e insicura. Chi sceglie braccia o gambe avrà a che fare con una maturazione dell’io, ma i significati seppur complementari cambiano. L’individuo che si tatua le braccia, sta affrontando una lenta maturazione che porterà a cambiamenti concreti, le gambe invece, simboleggiano l’infanzia e al legame che l’individuo ha con essa. La caviglia nella donna richiama la seduzione e la femminilità, negli uomini la competizione e la battaglia. Il lato sinistro del corpo, rappresenta il passato, la riservatezza e la malinconia; il lato destro del corpo, il futuro e apertura ai cambiamenti. Gli uomini preferiscono tatuarsi la schiena, il polpaccio, la spalla e il braccio destro. Le donne preferiscono posti piccoli (caviglia, polso, nuca ecc…) ovvero tutti quei posti dove poter fare dei disegni piccoli e delicati. Per chi si sottopone alla realizzazione del tatuaggio, lo fa anche a scopo terapeutico, perché marchiando quella parte del corpo comunica al mondo esterno un suo pensiero, che diventa simbolo. Ma attenzione visto l’importanza e il significato che il tatuaggio rappresenta è bene che l’individuo non lo prenda alla leggera, solo perché spinto dalla moda del momento, è un qualcosa di altamente privato che richiede una certa cognizione di causa, anche perché rimuoverlo non è di certo una passeggiata!
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