Come riconoscere un capo vintage di qualità?
Ultimamente non si fa che parlare di vintage! Dai mass media, ai mercatini dell’usato, passando per la moda, fiere di settore ed eventi, la parola vintage è una delle più usate in questi ultimi anni. Sarà capitato a tutti di pronunciare questa parola per riferirsi ad un vestito dal sapore d’altri tempi, esaltandone la sua unicità. Da qualche anno la moda vintage appassiona indistintamente sempre più uomini e donne. Ma per poter dire di indossare un capo vintage, non basta, come molti credono, riciclare vecchi capi. Il vintage ha regole ben precise.
Allora come distinguere un capo vintage originale da un vestito vecchio? Ecco qualche dritta che può aiutarti a capire cosa comprare o tenere nell’armadio:
– Innanzitutto è bene chiarire che un capo davvero vintage, come accennavo prima, ha determinati requisiti: come la sua irriproducibilità, irripetibilità, l’aver segnato un’epoca e l’essere indossabile anche ai nostri giorni. Inoltre se un capo vintage non è stato mai usato, il suo valore aumenta.
– Ricordate che una cosa è il vintage e un’altra è il retro’! Se il vostro obiettivo è acquistare un capo vintage, non cadete nel tranello di chi vi vuole rifilare un capo retro’ facendolo passare per un autentico vintage;
– È bene ricordare anche che il vintage appartiene ad un periodo temporale ben preciso: dagli anni’20 agli anni’90;
– Un ottimo indizio sono anche le etichette, in alcuni capi non le troverete, ma in quei pochi abiti in cui sono presenti, rappresenta un grosso aiuto;
– Alcuni dettagli possono aiutare, guardate bene sia i bottoni sia le cerniere, un particolare utile per identificare l’epoca. Occhio a dove sono posizionati; prima degli anni’30, la chiesa non approvava questa chiusura soprattutto negli abiti delle donne, in quanto era facile spogliarsi. Negli anni’30 le cerniere erano di metallo e posizionate nella parte laterale, negli anni’50, invece, le cerniere si trovano sul retro del vestito. Durante la guerra si accorciano o spariscono del tutto, lasciando spazio ai bottoni. Questi ultimi infatti nel corso dei decenni sono soggetti a significativi cambiamenti. Negli anni’20 i bottoni erano in resina naturale, metallo e pasta di vetro. Tra gli anni’30 e ‘40, troviamo i bottoni in metallo, legno e vetro, spesso dipinti a mano. Subito il dopoguerra i bottoni diventano più grandi e vediamo comparire il logo dell’azienda, ma negli anni’60 i protagonisti assoluti sono i bottoni gioiello.
– Tra i dettagli è bene tenere sott’occhio le stoffe, possono indicare se siamo di fronte ad un capo vintage o meno! Infatti una componente distintiva di un capo vintage è senza alcun dubbio il tessuto. Le stoffe del passato erano più resistenti, proprio perché dovevano durare nel tempo e dal tipo di tessuto si può identificare di quale decennio fanno parte. Si distingue tra il Rayon anni’30 e ‘40; il Nylon e Poliestere per gli anni’50, senza dimenticare la lana e l’acrilico; la Lycra e negli anni’60.
Ma le regole del capo vintage di qualità non si fermano mica qui! Se vuoi saperne di più, iscriviti nella lista d’attesa dedicata al corso di Vintage Styling, tutti i miei corsi si svolgono a Milano e puoi seguire sia il corso individuale sia di gruppo, a te la scelta! Oppure prenota la tua consulenza personalizzata, andremo a fare shopping insieme e ti insegnerò a riconoscere i capi vintage, quale stile fa per te e come abbinarli.
Buonasera, come si valuta un capo vintage? Ho degli abiti eleganti con cartellino di Genny e altre ditte degli anni ‘70-80, quanto potrebbero valere? Il prezzo di cartellino era circa 1.500.000 lire
Grazie
Buonasera Cristina,
non mi occupo più di vintage, mi spiace!
Per la valutazione consiglio di portare i capi nei negozi specializzati che vendono abbigliamento vintage di qualità e potranno indirizzarla nel modo giusto.
Grazie per aver scritto! 🙂