Come nasce Vogue e in cosa si differenzia dalle altre riviste di moda?

Vogue, ritenuta una delle più autorevoli e prestigiosa rivista del mondo della moda, nasce il 17 dicembre del 1892, quando un uomo di nome Arthur Baldwin Turnure decise di realizzare una gazzetta mondana per rappresentare l’alta società newyorkese, mostrando alla città gli usi e costumi, ma anche gli interessi e lo stile di vita agiato, dell’elité di New York. Alla rivista fu dato il nome di Vogue, in seguito fu acquistata da Condé Montrose Nast e, da quando divenne editore, apportò alcune significanti modifiche. La rivista divenne bisettimanale, le copertine divennero più colorate, dovevano essere delle vere opere d’arte, difatti Nast, sapeva apprezzare e comprendere l’arte visiva e per questo decise di investire per produrre le fotografie e le illustrazioni migliori, coinvolgendo degli illustratori professionisti, quali Salvador Dalì, George Lepape ed Eduardo Garcia Benito, o artisti emergenti che lo stesso editore ingaggiava direttamente dall’École Nationale des Beaux-Arts di Parigi. Concesse a questi grandi artisti di poter usare come set fotografico il suo appartamento a Park Avenue. Il successo della rivista portò Nast a renderla internazionale e dal 1912 iniziò a venderla anche a Londra. Il successo di Vogue aumentava notevolmente di anno in anno, tanto da essere considerata la rivista di moda più prestigiosa e autorevole al mondo. Negli anni Settanta, Vogue divenne mensile, prendendo una piega giornalistica, aumentarono i numeri degli articoli e si pose con un’attenzione particolare ai temi di salute e bellezza. Le donne che appaiono sulle copertine, giocano un ruolo fondamentale, influenzando l’universo femminile ad avere maggior consapevolezza in ambito privato, lavorativo e sociale. Contribuendo all’evoluzione del mondo delle donne, prendo coscienza, dei sistemi in cui esse per lungo tempo furono relegate.

Testimone della forza e della tenacia del mondo femminile, a Vogue nel corso degli anni, fino ai giorni nostri, si sono succedute alla direzione del giornale, sette donne. Ognuna ha messo parte di sé, contribuendo a rendere la rivista ciò che è oggi.

  • Josephine Redding. 1892, prima direttrice di Vogue. Si occupava della parte femminile della rivista (prima era anche maschile), dedicandosi soprattutto ad argomenti rivolte alle sarte.
  • Marie Harrison. 1901, rimase alla direzione di Vogue anche dopo che Nast la acquistò. Marie era la sorella della vedova di Turnure (fondatore della rivista), che tentò una causa legale contro Nest, perché riteneva di aver ricevuto delle azioni sulla rivista troppo basse, rispetto quello che si aspettava. A causa di ciò Marie fu licenziata con l’accusa di aver preso le parti della sorella.
  • Edna Woolman Chase. 1914, persona organizzata ed esigente. Obbligò le donne che lavoravano per Vogue di indossare calze di seta nera, guanti bianchi e un cappello, perché Vogue non era solo una rivista ma chi lavorava li la doveva rappresentare anche con l’abbigliamento. Fu lei ad inventare la sfilata di moda di beneficenza, destinata all’elité newyorkese, lo scopo di tale sfilata era raccogliere proventi da destinare alle donne e ai bambini che soffrivano per la guerra. Ma non fu l’unico obiettivo, lo scopo della direttrice era anche quello di promuovere gli stilisti americani, per paura che Haute Coture francese potesse entrare in crisi a causa del primo conflitto mondiale, trascinando con se la rivista. Questa sua iniziativa ebbe un grande successo.
  • Jessica Daves. 1952, pur avendo delle conoscenze limitate in campo fotografico e non essendo una creativa, riuscì comunque a mantenere alta la reputazione della rivista, mantenendola al passo con i tempi.
  • Diana Vreeland. 1962, la nuova direttrice apportò diversi cambiamenti alla rivista. Le fotografie divennero più azzardate e sensuali. Inoltre, non erano più le mode a dettare le tendenze ma lei, infatti si faceva confezionare gli abiti che servivano per i servizi fotografici. Per la Vreeland la moda era uno spettacolo non un servizio. Il suo scopo era portare le lettrici fuori dalla realtà.
  • Grace Mirabella. 1971, Vogue cambia nuovamente volto. La donna diventa lavoratrice e desidera fare carriera come l’uomo, la rivista si adegua al periodo, assumendo un taglio più giornalistico, ritornando a parlare di salute e bellezza, per quella donna in carriera che deve essere sempre perfetta a tutte le ore del giorno, elegante ma allo stesso tempo comoda. Nel 1972, la rivista diventa mensile.
  • Anna Wintour. Quando si parla di Vogue, non si può fare a meno di parlare di lei, infatti dal 1988 l’edizione statunitense della rivista è diretta dalla giornalista britannica Anna Wintour. Con lei la rivista subì una vera e propria rivoluzione, preferendo le modelle fotografate a mezzobusto, dando un allure moderno al giornale e abbandonando i canoni di rivista elitaria: tutte le donne dovevano rispecchiarsi in Vogue, tutte le donne dovevano sentirsi Vogue.

In questi anni Vogue è stato il testimone del cambiamento delle mode, dalla minigonna al blue jeans. Ha vissuto due conflitti mondiali, ha aiutato il mondo della sartoria a risollevarsi nel dopoguerra, ha lanciato artisti, stilisti, fotografi e modelle, ha rappresentato la società di ogni epoca, esaltando la figura della donna moderna e lavoratrice e della fashion victim. In questi anni Vogue ci ha regalato tante emozioni, e continua a darcele ogni mese.

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