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Yves Saint Laurent, stilista francese, tra i più conosciti creatori della moda del XX secolo. Nasce il primo agosto del 1936, a Orano (Algeria francese), da una famiglia benestante. Di natura schiva, tendeva a isolarsi e da quel isolamento si percepiva un’enorme creatività. A 13 anni incontra l’arte a teatro, durante la commedia di Molière “La scuola delle mogli” e si innamora; l’arte da quel momento in poi divenne fedele alleata che lo accompagnerà per tutta la sua vita. La sua creatività, trova sfogo nel disegno, tanto da disegnare i costumi per i personaggi di un piccolo teatro creato da lui. Pian piano si avvicina al mondo della realizzazione degli abiti. Sin dall’adolescenza, si diverte a creare per la madre e le sorelle degli abiti, inventando una maison di haute couture tutta sua, chiamandola: Yves Mathieu Saint Laurent Haute Couture Place Vendome. Da sempre il giovane Yves, dimostra la sua voglia di fare e il desiderio di raggiungere i suoi obiettivi. A 17 anni partecipa alla competizione di Secrétariat international de la Laine, arrivando terzo. In quell’occasione nella giuria erano presenti: Hubert de Givenchy e Christian Dior, quell’incontro cambierà la sua vita per sempre. L’anno successivo si trasferì a Parigi, entrando nella Chambre Syndicale de la Haute Couture (Camera Sindacale dell’Alta Moda),i suoi abiti ebbero un immediato successo. Partecipò nuovamente alla competizione dell’anno prima, vincendo. Per questo come premio, il modello che aveva creato per la competizione, fu messo in vendita nell’atelier di Givenchy. La vita Yvas, fu ricca di fortunati incontri. Attento osservatore, la Parigi degli anni’50 era ricca e dinamica e il giovane stilista ne riesce a cogliere innumerevoli spunti. In quel periodo in redattore di Vogue Michel de Brunhoff, fra le conoscenze del giovane Yves, rimanendo folgorato dal talento dello stilista, lo presentò a Dior. Quell’incontro fu molto fortunato per Yves Sain Laurent, tanto da diventare l’assistente di Cristian Dior. Entrambi gli stilisti nutrivano l’uno per l’altro un rispetto profondo, lavorando quasi in modo simbiotico, fino a quando nel 1957 la scomparsa improvvisa di Dior, sconvolse la vita del ventenne Yves.
La scomparsa di Dior, portò il giovane stilista sempre più in alto. Prima della sua morte, decise di lasciare la Maison a Yves, che ormai a capo, decise di liberarsi dalle costrizioni classiche esponendo alle sfilate la sua visione della femminilità: comodità, indipendenza e modernità furono le parole chiave per la “linea a trapezio”. In quello stesso anno, incontrò il suo grande amore Pierre Bergé, che gli starà accanto tutta la vita. Nel 1961, decide di realizzare il suo sogno nel cassetto, aprire una maison di haute couture tutta sua, presentando successivamente una collezione firmata Yves Saint Laurent. Il suo stile non poteva passare inosservato, era solito trasferire alcuni capi della moda maschile alla moda femminile, portando innovazione e sensualità. A lui dobbiamo il trench, nato dall’uniforme militare della Prima Guerra Mondiale, abbigliamento prettamente maschile che Yves riadattò al corpo femminile stringendolo in vita e accorciandolo. Nel 1965, porta il suo amore per l’arte dentro le sue collezioni e dalla linea a trapezio da lui creata, unisce l’arte neoplasticista di Piet Mondrian, dimostrando la sua capacità di trasferite l’arte di Mondrian dalla tela alla stoffa. L’abito a trapezio dalle linee geometriche e colore che prendono vita sul corpo della donna. Questo modello da giorno, in lana smanicato, lungo fino al ginocchio. Il vestito propone tre colori, combinati con il bianco e il nero. Il suo obiettivo era quello di esaltare il minimalismo di colori e geometrie, enfatizzando le linee verticali dell’abito. Nel 1966, arriva il suo capo icona: lo smoking da donna, il suo obiettivo era quello di conferire una nuova identità, adattandolo alla sensualità della donna.I suoi abiti furono simbolo dell’emancipazione femminile, permettendo così alle donne di indossare liberamente pantaloni e giacca, senza dover in alcun modo dimostrare la propria femminilità. Nel 1967, crea la Pop Art collection, abbattendo le barriere tra moda e arte, secondo lo spirito di Andy Warhol, suo amico. Lasciandosi sedurre dalle opere bidimensionali di Wesselmann, trasferendoli nelle sue collezioni, ma l’estro di Yves Saint Laurent non finisce qui. A lui dobbiamo il blazer, giacche singole da indossare sia con i pantaloni sia con le gonne. Negli anni ottanta sono il cubismo di Picasso e i colori di Van Gogh e Matisse a dominare sulle giacche. La prima mostra d’arte dedicata interamente all’artista, avvenne nel 1983, al Moma di New York, considerato il tempio dell’arte contemporanea, diventando artista a tutti gli effetti.
Coco Chanel, nutriva molta stima per lui, definendolo in suo “erede”. Una delle citazioni più famose che accomuna entrambi gli stilisti e del suo fidanzato Pierre Bergé:
“Chanel ha dato la libertà alle donne. Yves Saint Laurent ha dato loro il potere”